La storia
Il mito di Cefalo e Aurora è raccontato da Ovidio nelle sue “Metamorfosi” (7: 701-14). Cefalo, un eroe ateniese, si innamorò e sposò Procri, ma poco dopo, mentre cacciava un cervo sulle montagne vicine, ha catturato l’attenzione della dea dell’alba, Eos o Aurora, che come era spesso attratta da giovani uomini mortali discese dal Monte Olimpo, lo rapì e lo portò a vivere con lei. Tuttavia, scoprendo che era rimasto fedele a Procri, gli permise di tornare a casa, giurando segretamente una vendetta basata sulla gelosia dell’uomo per sua moglie. La conseguenza fu il ferimento fatale di Procri per accidente da parte di Cefalo. Un’opera teatrale italiana del XV secolo ha dato però alla storia un finale più lieto, secondo il quale la dea Artemide (Diana) resuscita Procri e la riunisce a Cefalo.
Aurora e Cephalus è un dipinto del 1733 di François Boucher, conservato al Musée des Beaux-Arts di Nancy, mentre un altro dipinto con Aurora e Cephalus c.1810 di Anne-Louis Girodet de Roucy-Trioson (francese, 1767-1824) si trova al Cleveland Museum of Art. Infine, alla National Gallery di Londra si può ammirare il dipinto di Nicolas Poussin, c. 1630 con Aurora e Cefalo, che sembra non gradire le sue atenzioni.